Rete delle scuole polo
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Rete delle scuole polo
Sulle ali della salute
Scuola polo: Istituto di Istruzione Secondaria Superiore "Caramia- Gigante"
L’esperienza promossa e vissuta nella scuola polo “Caramia” di Locorotondo fonda la sua essenza sul significato attribuito al concetto di “salute”. Salute intesa come benessere psico-fisico dell’individuo, che riconosce e vuole soddisfare i propri bisogni , che insegue l’identificazione e la realizzazione delle proprie aspirazioni. Salute intesa come espressione del sentimento di libertà dell’individuo, nel rispetto degli altri e dell’ambiente. La scuola è vista come promotrice di salute nel momento in cui garantisce: l’ascolto, la partecipazione e la relazione. Saper ascoltare implica la capacità di riconoscere e valorizzare le competenze di ognuno, identificare i fattori di rischio e ridurli,mettere l’individuo nelle condizioni di dare il meglio di sé. La partecipazione consente agli alunni di potenziare le qualità personali, l’autostima, la creatività e la capacità di relazione sociale.
Dirigente Scolastico: Preside Prof. Giovanni CARDONE
Docenti referenti per l'educazione alla salute: Prof.ssa Elisabetta ROMANO e Prof. Francesco Palmisano
Indice:Materiali del progetto disponibili sul sito della scuola
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Copertina del DVD del progetto |
Attività pratiche di educazione alla salute |
I professori referenti del progetto |
Gli obiettivi perseguiti
Stimolare una progettazione in rete con le seguenti caratteristiche:
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unitarietà e centralità delle studentesse e degli studenti;
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unitarietà ed efficacia di interventi integrati scuola-territorio;
- confronto positivo con tutti gli attori.
Attivare energie positive di rete:
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promuovendo stili di vita congruenti all’idea di “bene-essere”;
- sostenendo la diversità di genere come valore;
- curando la relazione e la comunicazione;
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promuovendo e potenziando l’attività motoria e sportiva;
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potenziando l’educazione stradale e l’educazione alimentare
Restituire un ruolo incisivo all'istituzione scuola:
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dialogando costruttivamente “entro” e “fuori” le mura scolastiche;
- individuando e adottando strategie innovative per una didattica centrata sulle persone piuttosto che sui programmi;
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recuperando una dimensione “attraente”, “gioiosa” e “motivante”;
- attivando una formazione autenticamente in grado di attivare cambiamenti significativi.
Gli obiettivi indicati sono stati in maggior parte raggiunti. Partendo dai bisogni monitorati si è data priorità alla comunicazione, all’educazione alla relazione e all’educazione alimentare.
Le azioni
Assi prioritari di intervento: comunicazione formazione prevenzione cittadinanza attiva (tutti strettamente intrecciati per favorire l’empowerment di tutti gli attori in gioco).
- Sono stati raccolti informazioni e dati (dati anagrafici delle scuole, i progetti comunali, somministrazione di questionari) per conoscere i bisogni del bacino delle scuole collegate e per promuovere iniziative congruenti ai contesti territoriali e ai bisogni delle studentesse e degli studenti.
- Sono stati promossi a vari livelli processi di sinergia tra le varie istituzioni del territorio ed è stato creato intorno alle scuole in rete un consenso reale da parte del territorio.
- Sono stati diffusi modelli, iniziative, attraverso laboratori rivolti agli alunni e ai docenti. Con particolare attenzione ai temi: comunicazione, relazione (contro il bullismo) ed educazione alimentare. La formazione è avvenuta con il coinvolgimento di esperti. I risultati delle varie iniziative progettate sono visibili nei Cdrom che ogni scuola ha prodotto.
- Il monitoraggio con azioni di sistema (osservazione diretta, contatto indiretto, raccolta dati in itinere, individuazione di situazioni critiche, restituzione dei dati raccolti) è stato regolare in modo da dare a tutti la possibilità di soddisfare le esigenze emergenti, per rendere efficace ogni azione delle scuole in rete.
- Si è favorita la divulgazione a vari livelli (sul territorio, nel circuito di rete, nel circuito istituzionale) delle iniziative e dei progetti delle varie scuole. Dalla manifestazione finale all’elaborazione di un dvd riassuntivo dell’esperienza, a seminari in programma per il prossimo anno.
La metodologia
- Sono stati elaborati progetti condivisi.
- Sono state coordinare le varie iniziative per la “tenuta” della rete: dalla comunicazione on line e di persona, alla calendarizzazione; dall’intervento di esperti alle manifestazioni finali.
- Gli incontri sono stati organizzati in varie sedi, e non solo presso la scuola polo, per consentire la massima partecipazione.
- Per ogni scuola si è avuto: 1 referente comunale, 1 dirigente e 1 docente di riferimento e il coinvolgimento della Asl per ogni comune. Anche se la rete più importante è state quella tra le scuole.
- Sono stati attivati processi di scambio e di condivisione, sia in fase progettuale, sia in fase di divulgazione di esperienze, al fine di realizzare un archivio comune di buone pratiche.
Gli elementi propulsivi
I risultati concretamente conseguiti possono essere così riassunti:
- L’esperienza ha consentito la lettura del territorio per la sua rivalutazione e riqualificazione sociale attraverso il recupero e la prevenzione.
- I dati raccolti sono stati la base per la formazione e l’educazione alla comunicazione, alla relazione, alimentare e alla cittadinanza attiva.
- Si è diffusa la cultura della prevenzione e si è promosso un nuovo concetto di salute.
- Si è rafforzata nei docenti la capacità di lavorare in rete, di autovalutarsi, di partecipare ala ricerca educativa e alla sperimentazione metodologica, di confrontarsi e di mettere in comune i linguaggi.
- Si è consolidata la collaborazione tra scuola e soggetti sociali che, a vario titolo, sono impegnati a limitare gli effetti del disagio e della disgregazione sociale attraverso la diffusione della cultura della legalità e la costruzione di relazioni che favoriscono l’inclusione sociale (comuni, usl, associazioni).
- Si è favorita l’interazione tra le diverse scuole e tra scuole e territorio.
- Si è avviata la costruzione di una comunità scolastica interattiva.
- Sono state stimolare le famiglie ad una corresponsabilità nel processo educativo formativo dei ragazzi, incrementandone la partecipazione alle attività scolastiche.
- Si è trasmessa la conoscenza di elementi di igiene alimentare e tossinfezioni e delle malattie derivanti dalla non corretta assunzione dei cibi (obesità, anoressia, bulimia); la conoscenza dei principi nutritivi contenuti negli alimenti e necessari ad ogni persona; mettendo in relazione tra loro gli aspetti sanitari, psicologici, culturali ed economici dell’alimentazione.
- Le attività svolte hanno sicuramente contribuito a ridurre i disturbi del comportamento causati da problematiche affettivo-relazionali.
- Si è favorita l’esperienza del successo nelle attività scolastiche preferite dagli alunni svantaggiati.
Le zone d’ombra
Gli elementi d’ombra possono essere individuati nella struttura morfologica e politica del territorio e nella perfezionabilità insita in ogni progetto. In particolare il progetto ha incontrato le seguenti difficoltà:
- La lontananza fra i comuni ha reso più arduo la frequenza del confronto di persona tra tutti i referenti. Infatti è emersa l’esigenza di coinvolgere una rete più ristretta, per garantire una maggiore comunicazione, conoscenza dei progetti e ricaduta positiva sugli alunni, sulle famiglie e sul territorio.
- La tecnologia è stata di supporto, ma non è risultata sufficiente. L’efficacia maggiore è derivata infatti dagli incontri di persona.
- Non sempre l’intervento degli operatori socio-assistenziali è stato tempestivo.
- Assenza, in alcuni territori, di associazioni.
- Tempi molto ristretti.
- L’Assenza di Asl e amministrazioni comunali che oberati dal lavoro spesso non hanno risposto e la non partecipazione di alcuni DS ha impoverito il nucleo di coordinamento territoriale di contributi significativi.
- Difficoltà a coinvolgere gli alunni delle scuole superiori per la compresenza di molti progetti PON.
- Difficoltà nel coinvolgimento delle famiglie.
- Scarsa attenzione da parte dei mezzi di comunicazione nei confronti dell’iniziativa.
Le parole chiave dell'esperienza: stanchezza, impegno, gioia e soddisfazione
La rete ha rappresentato lo strumento di questa esperienza, poiché è stata il veicolo dell’informazione/formazione fondamentale per la crescita dei diversi attori coinvolti nel progetto, in particolare degli alunni. La scuola è, quindi, tornata a riappropriarsi del ruolo educativo e propulsivo per e nel territorio. La rete è stata l’occasione di interazione e comunicazione tra gli attori protagonisti e tra gli attori e il territorio. Gli studenti sentendosi protagonisti hanno assunto la responsabilità che il progetto gli ha attribuito, attraverso una dimensione motivante e potenziando la propria creatività e la propria capacità relazionale.
Il confronto tra i docenti coinvolti ha rappresentato un ulteriore valore aggiunto favorendo lo scambio di esperienza e avviando pratiche di collaborazione tra varie istituzioni (scuola, associazioni, volontariato, centri di aggregazione). La rete coinvolta nel progetto è stata un mezzo per conoscersi, per verificare bisogni, attese e motivazioni. Per definire con chiarezza problemi, obiettivi, compiti e mansioni, per facilitare l’interscambio e la collaborazione, la partecipazione, l’ascolto. La comunicazione e la rete hanno consentito la condivisione e sviluppato il “senso” di appartenenza alla comunità.